Archivio mensile 31 May 2017

Twin peaks 2017

Perchè non sono così interessato a vedere Twin Peaks.

Le serie televisive hanno ridato parecchia aria ed inventiva ad un cinema abbastanza stagnante, spesso chiuso in determinate idee di politically correct che stufa parecchio. Motivo per cui sono ben contento di queste idee nuove provenienti dalle serie televisive.

Ma io non guardo serie televisive.

Non lo faccio, semplicemente. E nel 2017 è come dire che non ho un cellulare, o non sono iscritto a Facebook. Non le guardo perchè non mi piace l’idea di confort zone divano+netflix, non le guardo perchè non ho 6 ore di seguito per spararmi una maratona dell’ultima serie di <inserisci-nome-famoso>. Non le guardo perchè quando ho iniziato a guardare qualcosa non ho avuto la spinta fortissima a dover vedere la prossima puntata.

Non sono un radicale, per cui ho visto “The man in the high castle” e “Black Mirror” ma rispetto ai discorsi delle persone con cui esco o vado a cena, praticamente ho visto un volantino in confronto all’universo prodotto negli ultimi anni. Ma non scrivo qui delle mie scelte.

Scrivo di Twin peaks, serie che probabilmente non guarderò, che non ho aspettato con ansia e credo che mi deluderà. Guardare twin peaks a suo tempo aveva un altro senso.

• Disordini pre-adolescienziali nutriti da “Il diario di Laura Palmer”, libro che ho ancora accanto a “Io speriamo che me la cavo” e “Nessuno uscirà vivo di qui”.
• Il fatto che finiva tardi e domani c’era da andare a scuola.
• I ritmi di una televisione che lo facevano sembrare appassionante.

Quel tempo non c’è più, è andato. E non servirà riportalo in auge iniziare a rivedere Twin Peaks, almeno quanto non serve seguire la rubrica “Noi che” di Carlo Conti ai migliori anni. E’ vero, è stato bellissimo. E lo è ancora, è ancora un tempo bellissimo ed è un presente meraviglioso del quale ci accorgeremo solo domani quando diremo che nel 2017 si, si che si stava da Dio!

Non è ovviamente solo un operazione nostalgia (come non lo è il reboot del reload del prequel di Alien, di Star Wars e cose simili) ma è un modo per toccare le corde dei ricordi e produrre un prodotto buono.

Non amo il confort del divano+netflix, almeno quanto non amo il confort dei ricordi. Penso che sono stati anni anche brutti, lenti, noiosi, pieni di turbe (che ora giudichiamo inutili ma che allora erano la nostra vita), lenti (si lo ripeto perchè per il 90% delle nostre giornate negli anni 90 non succedeva niente e il cervello, macchina meravigliosa, ha cancellato i ricordi delle ore vuote). Non baratto un ricordo mitigato dalla mente con un presente da combattere.

Laura Palmer è morta un giorno avvolta in sacco di cellophane, qualcuno ha (forse) capito chi è stato, sesso, morte, turbe da provincia americana. E’ questo è quanto posso dire di quella serie oggi.

Oggi che non prenderò la mia coperta di paile di Ikea sul mio divano di casa, con l’abbonamento per la mia smartTv a netflix per scegliere, tra le miliardi di serie, se vedere Twin Peaks. Se avessi più forza vi chiederei di non parlare di serie televisive quando uscite, ma capisco anche che spesso questo è uno dei pochi argomenti che ci(vi) accomunano, per cui fatelo pure. 

Un domani ricorderemo come era parlare della nuova serie di Twin Peaks a distanza di 25 anni dalla prima, è penseremo che era bellissimo.