Dei delitti e dei controlli

Dei delitti e dei controlli

Dei delitti e delle pene” se non ricordo male, era un libro contro la tortura. Un trattato scritto anni fa che, ci insegna la scuola, pare sia fondamentale per la condanna della tortura essendo uno strumento inutile ai fini di lotta al crimine. 

Oggi credo ci sia bisogno di aggiornare tale trattato, non solo la tortura è inutile, ma lo è anche la punizione generica. Intendo che è inutile il carcere o le multe, e lo sono se non inserite all’interno di un meccanismo che preveda reali controlli e dia la possibilità di effettuare questi controlli in numeri molto più a alti di quelli, cosidetti, “a campione”.

Dal 15 Ottobre vige l’obbligo del Greenpass in Italia per il posto di lavoro, pubblico e privato, ma anche per entrare nei ristoranti, nei teatri e nei cinema. Ovvio che non potevamo che interpretare il tutto all’Italiana, per cui attualmente la mia esperienza (CHE RICORDO E SOTTOLINEO, NON HA ALCUN VALORE STATISTICO) consta di questi due episodi:

RISTORANTE ALL’ORA DI PRANZO

  • “quanti siete?”
  • “8”
  • “Ok, va bene dentro? Avete il green pass?”
  • “Si dentro va bene… ragazzi, tirate fuori il green pass…”
  • “no no, non serve basta che ce l’avete….che vi porto? Acqua liscia o gassata?”

MANIFESTAZIONE CINEMATOGRAFICA CHE SI TIENE NELLA CAPITALE

  • “Mettetevi in fila per entrare, mascherina, green pass…”
  • (telefonini accesi, greenpass cartacei tutti alla mano) “Ecco, prego controlli…”
  • (il tizio da uno sguardo ad occhio al QR Code senza scannerizzare nulla) “Prego passi, biglietteria in fondo a destra”
  • ….

Ora, sarebbe bellissimo entrare all’interno della discussione del greenpass e del vaccino, ma non potrebbe entrare nel risicato spazio di questo sito e poi, comunque, non c’ho voglia. Mi soffermo invece sulla interpretazione personale della regola che alla fine è declinata sempre ad uso e consumo del singolo: la regola dice che devi controllare il green pass con l’apposita APP. La regola, in caso non si rispetti, prevede sanzioni anche abbastanza elevate. La regola, se non la rispetti, è molto poco probabile succeda qualcosa vista la carenza strutturale di personale di controllo –> La regola è inefficace e ognuno decide di applicarla a propria interpretazione, o di non applicarla. 

Il discorso si estende, e diventa parallelo, ad un altro tema che mi sta a cuore: da parecchi anni ormai le morti sul lavoro mantengono un primato, un numero che non si muove. Dagli anni 70 siamo costantemente intorno ai 3 morti sul lavoro al giorno. A cadenza regolare, i casi di morti sul lavoro tornano agli onori delle cronache. Sarà perché la morta del caso era “una bella ragazza piena di vita” (aggiungere foto ammiccanti prese dai social), oppure “un giovane con la passione del calcio” (aggiungere foto sportive prese dai social) ovvio meno interessanti i vari lavoratori che cadono da impalcature o finiscono tra le lame dei trattori. Spesso sono meno telegenici. 

Ieri sento che il governo, o la regione o il comune bho…, per affrontare il caso ha introdotto nuove sanzioni più aspre per il mancato rispetto delle norme sulla sicurezza sul lavoro

L’ascoltatore del Telegiornale è rinfrancato

Il governo sa di aver fatto il suo dovere

…I datori di lavoro continueranno a fare quello che vogliono, i lavoratori a morire.

E questo perché, al di là della sanzione o della galera, il numero di controlli sarà sempre insufficiente. Spesso per mancanza di personale o per estensione del territorio da controllare. Quello che viene fatto sono i cosiddetti Controlli a campione ovvero: se oggi la pattuglia ce la fa, se parte la macchina, se siamo almeno in 2, abbiamo la benzina… allora peschiamo un cantiere a caso (tra i 4500 presenti in città) e andiamo a vedere come stanno messi. Il calcolo delle probabilità è ovviamente dalla parte di colui che infrange le leggi, e se anche viene beccato oggi e paga la multa, sicuramente non sarà ribeccato nel breve periodo. Rendendo, de facto, il non rispetto delle regole la cosa da fare e più conveniente. Ovvio poter estendere questa cosa anche a cose come il controllo sulle fatture, sugli scontrini per esempio.

Miro Barsa vuole ribaltare questa logica e dice: invece che fare i controlli a campione e sanzionare, facciamo i controlli a campione e premiamo. Le autorità competenti vanno in giro, fermano il primo che capita: “Ce l’ha il green pass?” Se si lo controllano e se è tutto in regola gli danno 5 euro. La pattuglia ferma un lavoratore a caso: “Glielo danno il caschetto, le scarpe e la barra ferma piede al cantiere?” Se si, 5 euro al lavoratore e 10 al cantiere. E così via. Se la situazione invece non è in regola, amen. Niente punizione, niente multa, e niente galera. 

Tanto l’effetto deterrente dell’inasprimento delle pene, o aumento delle sanzioni, si è perso da così tanto tempo che solo un cambiamento del paradigma può migliorare e cambiare le cose. 

Non possiamo aspettarci che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose

ADDENDUM: 10 giorni in Francia e ad ogni ristorante, o musei, in cui sono entrato, mi hanno scannerizzato il greenpass in meno di un secondo. Tutto regolare, nessun rallentamento, nessun problema. 

 

 

 

MiroAdmin