I posti del cuore
Ci sono posti che tieni dentro per vari motivi. Per fascinazione adolescenziale, per ricordi positivi, per familiarità. Per me uno di quei posti è Viareggio dove vado da anni al Carnevale.
Del Carnevale hai una percezione diversa se lo vivi in una città del carnevale, un tempo era una tradizione vissuta e viva anche a Roma, con vari riti come quello dei “moccoli” da spengere, riti poi spariti e eliminati dalla chiesa, dal decoro o dal consumismo. Va così, poco da fare. In altri posti il carnevale è legato alla cultura e alla storia del luogo e Viareggio è sicuramente uno di quelli (ma potrebbe anche essere Ivrea o Venezia). Certo, il lato commerciale economico esiste e sicuro le cose non si reggono e si fanno solo con l’entusiasmo o i buoni propositi.
Ma c’è e nasce gente in quei posti, che portano avanti tradizioni ma sopratutto lo spirito di una festa che fondamentalmente è e deve restare pagana. In un tempo in cui è difficile mantenere feste pagane e non lasciarle assorbire dalla loro controparte Cattolica-Cristiana (si pensi a Ferragosto: Ferie-Augusto che poi è diventata l’assunzione di Maria… ) credo che mantenere vivo lo spirito del carnevale sia giusto e dovuto. Per questo cerco di partecipare, di uscire, di ballare, di divertirmi, di coinvolgere.
Non è stato facile quest’anno (2021 a causa della pandemia di Covid) e meno ancora lo scorso (il 2020 ma per motivi molto differenti) e lo sarà sempre di più. Perché poi ci sono gli impegni, il lavoro, gli affetti, il mutuo, la sciatica, la salute, etc.
All’interno dei festeggiamenti del carnevale, a Viareggio, oltre la sfilata dei carri ci sono le giornate dei rioni: la sera i quartieri di Viareggio, a turno durante le settimane, chiudono le strade e si balla, si canta, si mangia e si beve. Tutti insieme mascherati appassionatamente. Quest’anno proprio non si poteva fare niente, ma quantomeno ho avuto il piacere di seguire la ricetta del risotto biete e seppie dalla pagina ufficiale del Carnevaldarsena e cimentarmi nella preparazione.
È andata anche discretamente bene, e sono felice di aver condiviso il risultato con alcune persone care (Manu, Elisa e Claudio). Grazie a tutti quelli che mi ci hanno portato, che mi ci hanno accompagnato negli anni, a chi mi ha retto la fronte mentre vomitavo, grazie a chi mi ha ospitato. Grazie a chi ci lavora con impegno e fatica.
Grazie a tutti gli amici che ho portato là e chi mi hanno accompagnato in questi anni. Grazie ai “basisti” sul luogo: Sandra, Mauro, Claudio, Laura. Grazie al presidente del Carnevaldarsena, ai giratori di risotti, a Cristiana e i suoi trucchi indelebili e a tutte le persone che mi hanno sopportato come accollo.
Qui qualche foto delle precedenti edizioni che ho fatto. Ne avrei anche altre molto più vecchie ma sono in analogico, da scannerizzare. E non ho voglia