Vademecum per una protesta

Vademecum per una protesta

Non capisco molto delle proteste, non ne ho fatte e non ne ho fatte seriamente. Ma sono in grado di osservare, a volte di comprendere e a volte di imparare. In questi pochi, pochissimi anni in questo paese e dopo le proteste di ieri 21 febbraio 2017 (tassisti e ambulanti), vorrei dare un vademecum utile per un domani per chi voglia far valere le proprie ragioni. Iniziamo con le cose che non sono efficenti e non funzionano per la propria causa:

– Arrampicarsi su un palazzo, su una gru, su un monumento
– Rinchiudersi in una miniera, ufficio o cose simili
– Cortei e dibattiti
– Associazionismo pacifico
– Abracci, palloncini, giocolieri

Cose che funzionano:

– Portare bandiere, quelle italiane funzionano meglio di quelle della sardegna
– Se inquadrati, o intervistati, parlare a voce alta in dialetto Romano, imitando la parlata del Cipolla nel film “Vacanze di Natale 2000” quindi per ogni dichiarazione il tono dovrà più o meno essere quello della frase “Ahò..ammazza che freddo c’ho un calippo in mezzo alle palle” (cit. https://www.youtube.com/watch?v=y4TTzYSObl4)
– Prendere manganellate e cariche della polizia (Nota: “no pain-no gain”)
– Dare pugni o schiaffi (vedi nota sopra)

In tutto questo essere o meno in sciopero è di secondaria importanza. L’ultimo (e forse l’unico) sciopero che ricordo abbia portato reale disagio è stato quello del monopolio tabacchi, ed era il 1992. Al tempo un signore mi fermo per strada mentre ero con il mio motorino e mi chiese se potevo andargli a comprare un qualsiasi tipo di fumabile al paese più vicino, quello fu per me il simbolo del disagio vero. Spero di aver fatto un post utile per qualcuno

MiroAdmin