Agosto Abruzzese e Ferragosto Colleferino

Agosto Abruzzese e Ferragosto Colleferino

I prodigi dello smart working: puoi lavorare da una casa sul mare e quando stacchi andare al mare a mangiare una pizzetta e bere un biretta. Per la casa ci vuole una connessione più che decente, e per questo ringrazio Alessandra, per la pizzetta e la birra il lido la riviera da Eraldo a Francavilla al mare fa sicuramente al caso vostro. 

Ma solo se vi piacciono le cose vintage, antiche, anni 60, insomma tra il vecchio e il trash ma vere! Non quelle cose fighette finto vecchie, no no! Bar, birrette e forse anche le pizzette, hanno il fascino bello delle cose fatte come una volta… E poi il bagnino con il costumino nelle chiappe secche, la vecchina più bassa del bancone che porge la pizza con il vassoio in silver preso con i punti dell’Upim, l’arancione scolorito della pittura e degli ombrelloni. Tutto bellissimo, tutto orribile. Il piacere del tramonto sul mare dopo il lavoro rimane sempre impagabile (pure se il sole casca “dalla parte sbagliata”).

Una settimana sì di lavoro ma anche di incontri, bevute, mangiate e anche un concerto degli Zen Circus a Pineto. Le foto sono poche, ma raccontano di piccoli momenti, fatti di un compleanno con una cena casalinga a risotto biete-e-seppie (ricetta Viareggina) e Emidio Pepe come vino, di arrosticini, di hamburger di pecora buoni, anzi ottimi, da Rossopepe a Ortona (da rivedere invece le patate e i fritti di verdura, ma quisquiglie).

Dove non andare: Il Ristorante Mare Nostrum sul mare di Francavilla al mare è un “no”: menù vecchio, 4 alici come antipasto di alici, spaghetti affogati nel sugo troppo lento, una grigliata troppo secca. Il prezzo è buono sì, ma per lo stesso prezzo invece consiglierei…

…Dove andare: CaffeRistoratore StazioneFrancavilla (sì, il bar della stazione) che ad un prezzo più che onesto, ha degli ottimi primi di pesce, spiedini e vino.

 

Visto che una mangiata per bene ci scappa sempre, allora mi pare il caso di una delle grandiose recensioni di ristorazione fatte dal sottoscritto ma pur sempre con un aperto confronto con gli altri commensali e quindi eccoci a:

Recensione bocca di fregna del ristorante Caldora, Vallevò

Caldora a Vallevò ha un bellissimo affaccio sulla costa dei trabocchi (dove prenotare a volte è complesso). Il personale è cortese e professionale, il clima è gioviale ma comunque di livello e i consigli sul vino sono stati eccellenti (avendo noi sbagliato proprio come impostazione: abbiamo preso prima un bianco molto strutturato dal quale, salire di livello, era veramente troppo complesso). Ma veniamo ai piatti. Il menù degustazione da 8 portate ha un prezzo più che giusto, contiene però degli alti e bassi:

  • Tonno marinato al sale e mentuccia con cubettato di pomodoro e cipolla rossa: ottima la consistenza del tonno, ma il sapore sfugge. Inoltre il tonno non c’è sembrato molto “locale”
  • Filetto di ricciola marinato al sale e ginepro con giardiniera di finocchi e arance di Vallevò: buono, forse necessitava di un piccolo sprint di sapore
  • Cappuccino di gamberi e zucchine: un piatto che ho capito poco. Troppo presente il brodo di zucchine, poco i gamberi che erano sul fondo e non sapevo come mangiare fin quando non sono arrivato alla fine.
  • Come un baccalà con patate gialla e zafferano di Navelli: piatto molto buono, ben equilibrato, zafferano ben presente ma non coprente
  • Pallotta di seppia in parmigiana: una vera perla di sapore, bravi e complimenti
  • Tortello di gamberi bianchi all’arancia e fieno di prezzemolo: ottimo, ben equlibrato, non troppo aranciato, ottimo il brodo e la pasta
  • Fusilloro Verrigni con scampi ed aspararagi: questo invece direi un piatto sbagliato. Pasta tendente allo scotto, poca presenza dello scampo, asparago fin troppo incisivo
  • spiedone di spigola con peperoni uva e cipolla rossa caramellata: veramente una buona cottura della spigola, saporita ma non coperta dalla cipolla

E quindi? E quindi alcune cose molto buone e altre poco buone. Ma la cose che pesano sulla recensione sono due: il fatto che ci voleva un coltello per tutte le portate e invece, anche con i cambi di piatto, c’è stato portato sempre il coltello da “spina pesce” che per quanto uno ci provi, non si riesce proprio a tagliare le cose, i finocchi, il pesce. Non serve per tagliare oh…c’è poco da fare.

E la cosa peggiore che proprio proprio uno deve dire NO, è il pane. Il pane era vecchio, un piatto con 5 tipi di pane tutti vecchi. E visto che eravamo arrivati un poco tardino e avevamo fame la prima cosa che c’hanno portato è stato proprio il pane. Un pessimo biglietto da visita per un pranzo che poteva invece iniziare con tutt’altro abrivio. Peccato, non ci tornerei, ma se volete andare prendete solo i piatti che ho segnato come buoni, v’assicuro che prendendo solo quelli l’esperienza è ottima. E poi comunque il post pranzo stesi come dei leoni di mare sul pratino davanti al ristorante non è proprio da sottovalutare.

 

Poi il 14 si riparte e pranzo di ferragosto alla Bubbhaus. Pollo e peperoni, la ratafia riportata dall’Abruzzo, i biscotti fatti da mamma, la pasta all’uovo buonissima di Daniela, la capanna di Edera e bambù, la muta di cani, i gatti allergici, il caldo e l’umidità, miniature con colla cianacrilato polivinilico e una balena a dondolo BDSM. Grazie a tutti

Ristorante Caldora, vallevò

Rossopepe, Ortona: hamburgheria

MiroAdmin