compleanno in Cilento

compleanno in Cilento

Nonostante la pandemia, la campagna vaccinale e la crisi economica, capita anche quest’anno di fare il compleanno. E così 3 giorni in Cilento, che non c’ero mai stato. Il Cilento è in Campania ed è una zona poco conosciuta e poco battuta dal turismo. Il mare è molto bello. I paesini molto carini. Le strade fanno schifo. Come base, siamo stati ad Agropoli al carinissimo Bed and Breakfast Oasi al mare con il gentilissimo proprietario. La sera, dopo il viaggio, un piccolo giro per Agropoli e per il centro storico, dopo qualche foto, come non citare il bar Luna Rossa, il cui proprietario è gentilissimo, elegante e musicalmente preparatissimo. Il suo Mojito è unico, davvero buono, equilibrato, ben miscelato. La cura degli ingredienti e il piacere di servire una cosa ben preparata senza volontà di fregare il turista allocco si sentono tutti. E poi è pieno di gatti.

Segue cena al ristorante da zio Tatà vicino al castello di Agropoli. La vista sul tramonto è eccezionale, ottima cucina e servizio super professionale. Il giorno dopo, la mattina mare alla spiaggia di Trentova presso il Lido Jamaica. Spiaggia bella ma non entusiasmante, visti anche i costi non proprio economici (20 euro ombrellone e sdraia, per il primo giorno della stagione, francamente ci è sembrato eccessivo). 

 

Il pomeriggio gita a Castellabate, il paesino di “Benvenuti al Sud” e a Santa Maria di Castellabate che sta lì sotto. Molto molto carino. E infine, per la giornata del 1 giugno, la mattina, gita a Marina di Pisciotta, che davvero la strada per arrivarci è un viaggio assurdo tra strade mezze franate e vecchie gallerie ferroviarie riconvertetite a stradali, e Il resto della giornata al mare a Acciaroli al lido La Lampara. Bellissima spiaggia, ottima sistemazione e ristorante che ci ha regalato una classicissima impepata di cozze e spagettino “a” vongole.

 

Infine, per il compleanno, cena all’osteria Arbustico che ci consente di aprire la consueta rubrica…

Le recensioni Bocca de Fregna ai ristoranti stellati: Arbustico

La cena del giorno del 1 giugno la passiamo presso il rinomato ristorante Arbustico a Capaccio. Il ristorante è giustamente rinomato, servizio di classe e professionale. Lo chef porta in tavola numerose proposte, nel menù a degustazione da 10 portate, che variano dalla terra al mare. Il pane è fatto in casa così come i grissini, la scelta degli accostamenti di sapore, così come di consistenze, sembra ricalcare un’unica linea continua interpretativa degli ingredienti della tradizione, rivisitati in chiave moderna e gourmet. 

Ma non mi sento di dire che mi sia piaciuto, il che significa solo che non ha incontrato i miei gusti. Ho trovato il tutto piuttosto carico di sapore, con una linea che porta ad appesantire le cose e non a valorizzarne l’eventuale leggerezza. E siccome sono sempre bocca di fregna, vado all’analisi piatto per piatto:

  • Aperitivo vongole, gel di fagioli: buono, ma non brilla. Sembra che l’interesse sia più sulla consistenza gelatinosa che sul sapore dell’insieme
  • Antipasto con prosicutto di pecora, tacos con formaggio e croccantini con alici. I croccantini sembravano le patatine di mais, il prosciutto era coperto dal sapore forte del grissino su cui era avvolto. I tacos erano molto buoni ed equilibrati
  • Insalata con asparagi e anarcardi: buona, ma difficile da prendere, avrei optato per una granella di anacardi invece che interi. Che gli anacardi non li prendi con la forchetta
  • Merluzzo su salsa di mandorla: il piatto che ho preferito. Buono, molto molto buono
  • Anatra: un crostino di Fois gras di anatra, buono ma non mi ha entusiasmato. E su questo solo il giudizio personale pesa
  • Ravioli alle erbe e scampi. No, qui non ci siamo proprio, gli scampi completamente coperti dal sapore delle erbe e del raviolo. Forse rimane solo un poco di consistenza che però tende al gelatinoso visto il taglio dello scampo (scelta voluta dello chef?)
  • Risotto alla liquirizia. Piatto mollto buono, la liquirizia giustamente smorzata da, credo, un formaggio fuso (caciocavallo o simili immagino). Buono assolutamente, ma siamo già su una linea di una certa pesantezza
  • Rombo e salse di rosmarino e cozze. Anche qui il rombo, buono di per suo, viene coperto completamente dalla forza di salse cosi rapprese e potenti. Non che sia uno sbaglio, ma non credo sia la cucina che mi piace. Peccato per il rombo che era proprio fresco
  • Maialino alla scapece. Maialino buono, l’unica cosa che mi sento di dire è che il piatto risulta pesante. Il secondo boccone è già troppo, finire il piatto risulta impegnativo dopo tutto il percorso precedente. Sarà l’aglio, sarà la parte grassa del maialino, sarà anche che il brodino non stempera ma anzi rafforza il piatto, bhe difficile.
  • Passion Fruit e caffe. Il gelato al passion fruit non si sente, il caffè e la cialda sottostante, visivamente bellissimi, mostrano sempre una certa eccessiva forza di sapore nella cialda e nel caffè
  • Piccola pasticcerie: gelè, cremini, tartellete, bignè. Di questi salvo i bignè, veramente buoni e ben costruiti. Le gelè e la tartellete senza infamia e senza lode. Il cremino un po’ troppo.

E questo è quanto, non posso dire che sia sbagliato. Anzi probabilmente lo consiglieri anche, ma non a chi abbia dei gusti molto molto affini ai miei. Prediligo le unioni di sapori che arricchiscano le diversità e non a coprire. La voglia di alleggerire e non di rimarcare. Ma, ripeto, sono gusti personali.

 

 

B&B Oasi al mare

Ristorante Zio Tatà

Lido La Lampara, Acciaroli

Osteria Arbustico

 

MiroAdmin