Ischia, Agosto 2019
Fine settimana lungo ad Ischia in moto, in ottima compagnia di Fernanda.
Giorno 1.
Dopo due orette e mezza di guida della moto, arriviamo al porto di Napoli e ci imbarchiamo bel belli con la Caremar verso l’Isola di Ischia.
Partire la mattina presto evita le calde ore sotto al sole, che in moto sono ben poco auspicabili. Certo una volta arrivati all’albergo, vestiti da moto, disidratati dal caldo, che comunque un poco c’è anche se parti prestissimo, e piuttosto stanchi visto che è l’ora di pranzo… beh a quel punto il “piccolo ristoro” del bar-piscina dell’albergo ti risulta meglio di un’oasi nel deserto.
E anche se prendi un insalata ed una bruschetta, le due cose risultano la migliore approssimazione del cibo degli Dei. In molti diranno che la fame e la stanchezza hanno portato a questo giudizio, ma i prodotti locali, le verdure vere e la passione casalinga/familiare nella preparazione di cose così semplici, sono sicuro, ci abbiano messo del suo.
La sera il più bel panorama sul tramonto dell’isola ti mette in pace con il mondo. Poi una cena al ristorante Al vecchio capannaccio: antipasti buonissimi con ricottine al sapore di dita ed ottimi primi; anche la pizza non è per niente male. Per i dolci consiglio la delizia al limone, specialità locale.
Giorno 2.
Visto che l’isola è grande, un giro a Ischia porto va fatto e ci sta. Purtroppo uscire alle 12, arrivare verso le 13, trovare un parcheggio, muoversi sotto al sole, non trovare un posto per fare un bagno rilassati ma accalcati (lo so, è la settimana di ferragosto, che devo aspettarmi?) non è un idea buona.
Presi dalla fame e dalla necessità di stare un attimo fermi, ci si riposa mangiando un ottimo panino al gusto “fai te” ed un’insalata fatta di mozzarellone con pomodori presso Ischia Salumi. Poi, in un tentativo di cultura e approfondimento, arriviamo sotto al castello aragonese, ma sarà la sua enorme mole a picco sul mare, la salita, la temperatura della mia testa in ebollizione, il cartello che avverte che il giro del castello dura “circa due ore”, decido che il castello è bello anche da sotto.
Le estati di infanzia fatte di giri turistici presso località archeologiche (tipo la valle dei templi, cattedrale di Noto, Lecce antica, la spianata di Micene etc, etc) sotto al sole a picco, purtroppo hanno avuto i loro svantaggi, quindi il castello di Ischia Porto penso lo vedrò da anziano con una bella gita organizzata e vendita di pentole annessa.
Meglio spostarci da qualche parte dove ci siano degli ombrelloni e sdraiette. E chi se ne frega dei prezzi della settimana CALDA dell’estate! Quindi via verso Lacco Ameno località la Baia di San Montano.
Il Negombo (stabilimento termale-balneare) ha dei prezzi “diversamente competitivi” ma accanto c’è un altro posto, e ce la siamo cavata un poco meglio (no, aspetta… non è che ho pagato 4 euro ombrellone, sdraio e fetta di cocomero. È solo in proporzione ai prezzi del Negombo che ho pagato un poco meno, ndr.).
Per la cena: una pizza a La Locanda di Vito dove il pizzaiolo è veramente eccezionale! Poi rapido passaggio al piano bar dell’albergo, dove siamo stati colti dalla tristezza melanconica di un raduno di 4 persone che ascoltano brani che, in due, non sapevamo neanche quali fossero.
Giorno 3.
Giro alla scoperta di un altro angolo dell’Isola: Sant’Angelo. Arrivati il parcheggio a pagamento è d’obbligo: è pur sempre un isola non le fondamenta di un centro commerciale, per cui meglio lasciare la moto in posti sensati.
Come al solito fa caldo, ci siamo svegliati tardi e saltato la colazione in albergo, quindi ci rifugiamo presso il bar pasticceria Dolce è la vita per una colazione fatta di cappuccino e arancino al sugo per me (perdonatemi l’accostamento, la fame mi stava divorando e non avevo preso il cappuccino di prima mattina, giuro non lo faccio più). L’acquisto di un cappellino di paglia-cartone-nylon aiuta a salvarmi la vita, e mi dona un fascino da Manzo Italico niente male.
Si prende la barchetta e ci si fa portare alla spiaggia Le Fumarole, dove da sotto esce acqua calda (ma non puzzolente di uovo marcio! IMPORTANTISSIMA PRECISAZIONE). Impossibile trovare un ombrellone e anche se davanti al ristorante da Nicola Fumarole il “cordialissimo” bagnino ha appena detto a Fernanda che il costo è 15 euro a persona, guarda un po’ te improvvisamente la disponibilità non c’è… misteri delle aziende turistiche ben organizzate. L’impeccabile bagnino si preoccupa di non far appoggiare sotto l’ombrellone neanche una famiglia con neonato in attesa del barchino. Giusto, la legalità prima di tutto.
Menzione d’onore al sindaco della spiaggia, un meraviglioso signore che si è preoccupato del regolare svolgersi di ogni attività marittima: dallo spingere fuori dalla sabbia le barche che portavano i turisti, a calmare le liti, a far riposare la famiglia con neonato di cui sopra, in un posto all’ombra. Avanti così!! Più sindaci meno bagnini.
Più sindaci, meno bagnini
Dopo bagnetti e sole, si ritorna indietro. Ma prima di riprendere la moto, una nuova sosta presso la pasticceria Dolce è la vita sembra d’obbligo. Perché la fame attanaglia, la sete anche e quindi Margarita e Mojito al basilico accompagnati da piatto dell’aperitivo che consiste in: frigittelli, due ricottine fritte, quattro crocchè di patate, salame e verdure a pinzimonio da annegare in una salsa di maionese, mostarda ed erbette (“Delicatissimo!” cit. Cristian De Sica). La sera coniglio all’ischitana in ottima compagnia.
Giorno 4.
Il quarto giorno Dio creò il Sole. Noi, invece, andiamo a fare un giro a Procida, ma senza moto. L’isola sembra bella, e probabilmente a Giugno/Settembre lo è anche. Quando il fresco vento dal mare porta i racconti dei pescatori attesi dalle loro donne sulla riva del molo. Ad Agosto, invece, le casse del Pacha di Ibiza trasportate sull’isola partenopea per l’occasione, smuovono la ferma aria riscaldata dall’asfalto nero che si intravede tra frotte di turisti sudati. Essi si impacchettano in piccoli bus la cui aria condizionata funziona a giorni alterni per giungere su spiagge che non consentono di accoglierli in quanto già pregne di gente. Ma noi siamo fortunati e riusciamo ad accaparrarci un ombrello, 2 sdraio in prima fila da Girone (lido attrezzato) e ci nutriamo di un’ottima insalata, birra e vino. Il resto del giorno passa alla ricerca di refrigerio in un’acqua bellissima ma incredibilmente calda. Prima di ritornare un giro per il centro per scattare foto da postare su Instagram e poi via a Forio.
Per concludere questo fine settimana ci vuole una super cena, quindi cena da Umberto a Mare. Poiché sono un tipo piuttosto “bocca de fregna” e qualche posticino l’ho visto, mi permetto di tirare le fila del menù degustazioni e dei vari piatti. Questa ovviamente non vuole essere una recensione del posto, ma sicuramente meglio di quelle di Tripadvisor. Quindi
La recensione di Miro Barsa del ristorante Umberto a Mare
Scegliamo il menù degustazione, la carta dei vini è ben fornita e a prezzi assolutamente buoni. Il personale è gentilissimo e mai invadente. La vista è meravigliosa, dalla terrazza esterna si gode della vista del faro e della baia. Se non vi colpisce questo siete dei buzzurri arricchiti che andate al ristorante di classe in ciabatte e non capite nulla. Il menù degustazione procede così:
- Filetto di spigola scottato al basilico (offerto dallo chef): filetto buono, il basilico si sentiva poco
- Tartarre di tonno all’emulsione di arancio: impeccabile
- Polpette di pesce azzurro su scarola e uvetta passa: l’abbinamento non mi ha convinto, la scarola con uvetta troppo presenti rispetto alle polpettine. Materie prime ottime ma forse una diversa preparazione dell’abbinamento ne avrebbe esaltato meglio i sapori
- Zitoni pesce azzurro, peperoni e pomodorini: piatto della serata, nulla da dire
- Filetto di pesce d’amo (ricciola?) capperi, purè di patate e broccoletti: si ripropone il problema delle polpettine. I broccoletti e purè buonissimi, ma a mio parere mal accompagnano il pesce che, boccone dopo boccone, ne risulta coperto, svalutato.
- Dolce, amaro, e rum.
In conclusione una buona cena, in un bellissimo ristorante con un’ottima atmosfera, ma qualcosa da migliorare sui piatti tutto sommato la trovo. Sicuro non aiuta né il periodo, né la mia già citata “bocca di fregna” ma il menù ha un prezzo giusto (65 Euro, vino, dolce e rum esclusi) quindi comunque lo consiglio.
Giorno 5.
Giorno di ripartenza e la mattinata alla spiaggia di Cava addolcisce il distacco dall’Isola. Verso le 12 decidiamo di tornare in albergo, sostare un poco in piscina e mangiare al bar dove un’ottima insalata, le bruschette al pomodoro e olive e sopratutto un piatto di spaghetti totani, pomodoro e olive (ottimi, ma ottimi davvero) ci danno l’energia per affrontare il viaggio di ritorno.
Link utili:
Traghetti Caremar Traghetti da Napoli
Al vecchio capannaccio ristorante a Forio
Ischia Salumi Gastronomia a Ischia porto
La Locanda di Vito ristorante a Forio
Dolce è la vita pasticceria, rosticceria
Le Fumarole spiaggia a Sant Angelo
Girone ristorante e stabilimento balneare a Procida
Umberto a Mare ristorante a Forio
spiaggia di Cava spiaggia vicino Forio