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Sono Miro Barsocchi Quality Assurance software tester, ingegnere Elettronico e, per ridere, anche speaker radiofonico, attore, barman, surfer. Puoi trovare il mio curriculum vitae lavorativo, i podcast delle mie trasmissioni e altro nel menù.

Le ultime cose
Emily in Paris ora lo girano a Roma, con poca gioia di Macron e molta di Gualtieri. Questo dicono i giornali Italici, intenti nell’opera di distogliere l’attenzione da argomenti che non acchiappano click. Non per contrappasso, ma bensì per scelta, il ponte del 1 Novembre andiamo a Parigi, grazie a tariffe ed orari vantaggiosi della Vueling (Roma Fiumicino – Parigi Orly). Un graziosissimo Bed and Breakfast bordo Senna è il posto per dormire, e la scelta è veramente ben fatta perché il posto è molto carino, la Senna non è la fogna di topi che potreste immaginare e il posto è curato e con una vetrata direttamente sui canottieri del mattino (in gran numero).   Visita alla città di Parigi Essendo già stati a Parigi ed avendo già fatto i giri turistici di musei e simili, la 3 giorni è fatta di passeggiate, di petit déjeuner, ristoranti e pomeriggi di riposo. Qualcosa però abbiamo visto: i giardini di Lussemburgo, Saint-German-des-Preés, il Giardino delle Tuileries, il museo dell’orangerie per vedere le ninfee di Claude Monet, Notre Dame (ancora in restauro) e il Palais-Royal. Ovviamente ci sono anche giri un poco più strani, come passare nel tunnel dell’Alma dove Lady Diana ha perso la vita, oppure nel cimitero di Montmartre perché instagram ha detto che ci sono gatti. Che poi i gatti non ci sono, però abbiamo visto la tomba piena di fiori di Dalila, quella di Alphonsine Plessis, che ha ispirato La signora dalle camelie e l’opera lirica di Giuseppe Verdi La traviata e anche la tomba di André-Marie Ampère scienziato e studioso dell’elettromagnetismo, l’unità di misura della corrente prende il nome proprio da lui. Un grazie speciale va a Laura e Giorgio che ci hanno scorrazzato per tutta la capitale francese.   Mangiare e posti consigliati Per la colazione siamo stati da Chez Meunier, che ha dei buonissimi  pain au chocolat oltre ad altri dolci e pane. Una cena alla brasserie Le Cafe du Commerce: escargot, un rognone di ottimissima fattura, la Saucisse de l’Aveyron, che è un salsiccione, e poi concludere con un bicchierino di mandarine Napolen: un liquore al mandarino molto buono. Un pranzo alla Creperie Broceléiande, dove fanno crepe bretoni con carne, pesce, uova, verdura, funghi e qualsiasi altra cosa vi venga in mente. Un posto piccolo ma molto accogliente. Infine una cena al ristorante, con tanto di musica dal vivo, Le Louis, dove abbiamo provato la Côte de Bœuf Grillée (un pezzettone da 1Kg di carne) e il Tournedos façon « Rossini » ovvero un filetto al foie gras.     Bnb sulla senna Chez Meunier, 2 rue de la Chapelle Le Cafe du Commerce, 51 rue du commerce, brasserie Creperie Broceléiande 15 rue des Trois Frères, dove si mangiano ottime crepe bretoni Le Louis, 31 rue Coquillière, ristorante francese con musica dal vivo       [...]
Il 26 aprile 1986 il disastro di Chernobyl. L’8 e il 9 novembre 1987 referendum sul nucleare. Nel nostro Paese, al tempo, si contavano quattro centrali: la centrale di Latina, da 210 MWe la centrale Garigliano di Sessa Aurunca (CE), da 160 MWe con reattore nucleare ad acqua bollente (BWR). Attiva commercialmente dal 1964, è l’unica tra queste che era già stata spenta prima del referendum. Fermata per manutenzione nel 1978, si optò per la disattivazione nel 1982 la centrale Enrico Fermi di Trino (VC), da 270 MWe con reattore nucleare ad acqua pressurizzata (PWR) la centrale di Caorso (PC), da 860 MWe con reattore BWR, l’unica delle quattro ad essere di seconda generazione. Nessuno dei 5 quesiti del referendum abrogativo aveva direttamente come oggetto l’abbandono del nucleare in Italia. Tuttavia, molto similmente a quanto successo per la Brexit in Inghilterra, il risultato di quel referendum fu proprio l’abrogazione del nucleare in Italia. Inutile dire che il referendum fu fortemente influenzato dal disastro di Chernobyl, eppure anni prima (il 28 marzo 1979) era successo l’incidente di Three Miles: la fusione parziale del nocciolo in Pennsylvania. Ma del resto gli americani sono amici nostri, non ci furono vittime, quindi nel 1979 nessuno si fece problemi sulla sicurezza del nucleare e ad oggi nessuno se lo ricorda (off topic: la centrale di Three miles dovrebbe essere riaperta a breve, anno 2024, per le esigenze energetiche di Microsoft e dell’intelligenza artificiale, che di corrente ne ha tanto bisogno). Una delle cose che combatte il populismo becero è la  comprensione dei fatti ed un fatto palese è che allora, nel 1987, e ora molto di più, abbiamo bisogno di energia. Di energia elettrica in particolare. Forse non tutti sanno che la nostra necessità di gas non è tanto per lavarci con l’acqua calda, riscaldarci o cuocerci la pasta, ma perché con il gas possiamo accendere le turbine in tuti quelle situazioni in cui ci sono picchi di assorbimento energetico. Lo so, è complesso, e infatti a nessuno si chiede di comprendere come funzioni la generazione di energia,  il fabbisogno energetico di una nazione, a nessuno si chiede di pensare un piano pluriennale per stare dietro alle esigenze di un paese (uno che c’aveva un idea del genere ma pare che gli abbiano messo una bomba sul suo aereo privato, e non è il caso di mettere troppa carne al fuoco in questo post). Però nel 1987 è stato chiesto proprio questo a tutto il popolo italiano, il quale ha detto no al nucleare.  Una scelta che, ad oggi, giudico sbagliata. Tuttavia sarebbe stata da rispettare in quanto espressione del popolo. Un popolo che non capisce un cazzo di nucleare eh, ma comunque sua espressione. Una nazione sensata, dal 1987, si sarebbe quantomeno fatta un’idea del tipo “vabbè… oh.. nucleare non ce ne abbiamo. Per i prossimi anni, come vogliamo fare per sta fame di elettricità?” E invece noi niente. Nessun piano, nessuna idea, nessuna propensione o investimento alle rinnovabili, ad accordi con paesi per un piano comune, niente di niente.  E mentre la Francia ci metteva le sue centrali nucleari dietro al confine vendendoci la sua energia elettrica, mentre la Germania faceva un piano pluriennale per l’eliminazione di centrali ed abbandono del nucleare, mentre le tecnologie di produzione di fonti rinnovabili passavano dall’Europa, e anche dall’Italia, verso la Cina, noi in questo meraviglioso bel paese facevamo quello che ci viene meglio fare: assolutamente niente. Ora c’è un nuovo referendum, https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/referendum/dettaglio/1500004 che potrebbe riportare in discussione quella decisione del 1987. Io ho firmato, e se raggiungerà il quorum e verrà fatto,  è probabile voterò per il si al nucleare.  Voi fate come volete, ma se avete un minimo di idea che la democrazia possa funzionare, firmate per il referendum e poi votate con coscienza. Per il si o per il no. Non sono del tutto convinto che esistano centrali di “quarta generazione”, sono assolutamente certo che non sia un tecnologia priva di rischi, ma so che con i combustibili fossili non si andrà molto lontano, sono convinto che la CO2 non si abbasserà spegnendo semplicemente la lucina del televisore e che invece servano azioni forti.  Non mettete la capoccia sotto la sabbia e non delegate i problemi ad altri. Guardiamoci in faccia e troviamo la soluzione migliore in termini, purtroppo, di miglior compromesso tra il bisogno di energia e la necessità di non rendere sto pianeta un posto orribile. E questa soluzione, a mio parere, è il nucleare. La verità fa male, ma quanto ancora possiamo andare avanti a suon di “rassicuranti bugie” ?  [...]
Amici, turisti, amici di amici, pellegrini, conoscenti. Roma non è bella, non è organizzata, è piena di immondizia, è costosissima, vi rubano le autoradio, vi stuprano le donne e vendono i bambini. Gli hotel sono costosi e i camerieri sgarbati, si mangia malissimo perché, nonostante le lodi alla cucina romana, i ristoratori hanno tutti imparato a farvi piatti scadenti facendoli pagare troppo. Non c’è vita notturna ed i pochi locali sono frequentati solo da smascellatori fatti di cocaina, le mostre sono pacchianate, le grandi opere sono solo dei render in 3D che non corrispondono alla realtà. Non venite a Roma, vi prego. Il giubileo è una farsa: i vostri peccati non saranno perdonati se venite a fare il giro delle chiese. Le chiese ci stanno da sempre e sempre ci staranno, e pure il papa starà sempre là…non serve che venite qui, davvero! Fate i buoni e siamo a posto così. Se avete in programma di venire, ve lo dico da subito, è una città che vi deluderà, abbandonata al suo immobilismo decadente, senza la poesia del decadentismo. Vi prego… lasciate vuoti gli autobus turistici fuori dal centro, lasciate sfitte le case con i prezzi super rialzati, lasciate in pace le istituzioni lamentandovi di sporcizia e mancanza di sicurezza. Tanto pure se vi lamentate non cambierà nulla. Ma se non venite, invece, l’immondizia non la vedete, non vi fregano il portafoglio, non vi rompono il vetro, non vi fanno lo scherzetto dello specchietto. Ma avete visto quanto è bello Viterbo? Oppure perché non andate in Abruzzo? C’è la montagna, c’è il mare, la gente è accogliente e si mangia bene. C’è tutto un sud Italia da scoprire… ma che cazzo ci venite a fare qui, a far parte del “problema Roma”, invece che della “soluzione Roma”. Commenterete con i soliti luoghi comuni “la città più bella del mondo”, “il ponentino”, “bella Roma mia” eppure non vi rendete conto che questa è una città piena di problemi che nessuno vuole affrontare e, negli ultimi anni, a tutti questi problemi si è aggiunto il problema dei turisti. I turisti sono come il traffico: quando sei nel traffico a lamentarti del traffico non ti rendi conto che il traffico sei anche te. Ecco, fate una mossa intelligente, non venite a Roma a fare i turisti, così non sarete turisti e non aumenterete il problema dei turisti.  I turisti sono come il traffico: quando sei nel traffico a lamentarti del traffico non ti rendi conto che il traffico sei anche te Il sindaco, zitto zitto, se non venite vi ringrazierà. Perché è vero che di facciata fa tutti quei bei video con “qui sorgerà il nuovo polo della mobilità per accogliervi tutti…” o altre fantasie utopiche, ma in realtà se date un attimo di respiro a questa città, anche lui ne sarà felice. Sono ironico. ma anche un poco sincero.   (questo posto è stato pubblicato e scritto senza l’aiuto di un intelligenza artificiale. Se avete bisogno di farvi scrivere i post dalle AI forse dovreste rivedere quali siano le cose che devono fare le macchine e quali cose dovreste fare voi…) [...]