Weekend a Francavilla al mare 2020

Weekend a Francavilla al mare 2020

Questo Italico anno pare sia all’insegna del turismo nel nostro bel paese, così mentre guardiamo i numeri dei nostri casi di COVID e quelli delle altre nazioni, non perdiamo occasione di gongolarci su “ma quanto siamo stati bravi eh!”. Nei telegiornali le consuete rubriche su frutta e verdura e sul non uscire nelle ore più calde, hanno lasciato spazio a pseudo servizi sulla sagra del formaggio porchettato di Giustarpello sul Trincio, paese in provincia di GF*.

Ci vuole poco per capire che, in realtà, non frega un cazzo a nessuno, ma se non faccessimo promozione del turismo interno, un intero settore andrebbe a gambe all’aria. E chi se ne frega della leggerezza del rinnovo delle concessioni balneari o dei miliardi evasi in passato da ristoratori o albergatori. Quest’anno si viaggia ITALICO e ITALICO E FIERO SIA IL MERITATO RIPOSO!

Cosi mi sembra giusto allinearmi ed andare a Francavilla al mare, spinto anche da altre motivazioni che non vi interessano. Premettiamo che l’Abruzzo è una terra ricchissima che va dal mare alla montagna e con una varietà enorme di possibilità e posti da visitare, uniamo questo ad un facile raggiungibilità da Roma, e si ottiene un ottimo posto per una vacanza ma anche per un fine settimana. Se volete viverlo in vari modi, vi consiglio il sito wowabruzzo ma non dite che vi mando io.

Per quanto mi riguarda ha il problema che il mare sta dalla parte errata rispetto al sole, ma questa è solo una questione d’abitudine. Quello che, invece,accomuna tantissime località di mare dal nord al Salento, dal Tirreno all’Adriatico, è una scomoda verità che in pochi sanno. Una verità che accomuna chi in posti di mare ci vive e lavora con il turismo. Quelli che si trovano in posti che da noi, gente di città, sono visitati per brevi periodi annuali. Ovvero il fatto che la gente di mare, fondamentalmente, vi odia.

La gente di mare, fondamentalmente, vi odia

Non è un odio profondo che vorrebbe la nostra morte, ma è un odio dovuto all’invasione massiccia, rumorosa, distruttiva da parte di famiglie, bambini, coppie e quant’altro che piombano sulle località e causano traffico, rumore, lavoro duro e orari stancanti. Si, è vero, il turista porta anche parecchi soldi… e l’hanno capito bene quelli che, di questo, hanno fatto un sistema turismo ovvero un diverso modo di pensare. Dove da un parte ti tratto gentilmente e ti consento di avere tutto quello di cui hai bisogno, dall’altra ti inchiappetto perché, in fondo, sei un pollo da spennare (avete letto Romagna o Sardegna in queste parole? Bhe, io non ho detto nulla). Purtroppo però, in altre parti, questo conflitto è ancora lungo da sanare.

Quanto a me cerco di entrare in punta di piedi, facendo il turista, perché quello sono, ma cercando di non avanzare pretese impossibili (“Scusi mi può portare una pizza con il prosciutto a tocchetti invece che a fette?” oppure “ma come! Non avete il sushi di tonno del pacifico sud orientale? Ma che è…il Burundi??” ) e mantenendo sempre il rispetto per chi si fa un culo a tordello lavorando nel posto dove vado in vacanza. 

Se non avete capito di che sto parlando facciamo cosi, quando la prossima volta andate al ristorante almeno passate il piatto al cameriere e ditegli grazie. È uno che lavora, non il vostro schiavo.

Detto questo, andiamo direttamente ad analizzare cosa ho fatto a Francavilla al Mare. Semplice: ho mangiato e bevuto.

A Francavilla al Mare, ho mangiato e bevuto

Che non mi pare poco. La prima sera, un’ottima cena di pesce al ristorante, che è anche lido, Blumarine. Seduti ad un tavolo sul mare ci siamo gustati: antipasto di ostriche, crudi con una seppia al fico d’india (o era frutto della passione?) ottima, pastellati di pesce, “un brodetto tanto per assagiare” (che in realtà era una porzione sana) di ottima fattura, sagne ai frutti di mare, un’ottima bottiglia di bollicine locali, dolce, caffe e amaro.

Prezzo giustissimo. 

Il sabato una giornata nata come “giornata di mare” che è diventata una giornata di cibo e marisella (spero di non aver sbagliato il nome) ovvero un mix di vino bianco, limone e gassosa. Una botta micidiale che scende bene, fin troppo. Sautè di cozze e spaghetti alle vongole buonissimi. Dove? Questa è la parte più bella… si tratta di un posto che non publicizzo e non vi dico dove sta, ma è un posto sul mare, bellissimo e super familiare. Con orto, brace, una piccola cucina. Se vuoi andare, prenoti e via. Se vuoi portarti il cibo, te lo porti. Se vuoi il tavolo pulito, te lo pulisci, se vuoi una sedia, la prendi. Il padrone di casa, Nicola, è gentilissimo e super affabile. Se non vi sentite a casa in un posto così, purtroppo avete sbagliato lettura, perché a me piacciono le cose così. I posti dove ti ci portano i locali e mangi quello che mangiano gli altri e amen.

La sera? Dopo alcuni movimenti per riprendersi dalla giornata “alcolicamente” complessa, ho mangiato una buonissima pizza, dalla pasta eccezionale, alla pizzeria Baramares. Antipasto di olive ascolane, ottima compagnia e una inaspettata torta che c’ha lasciato tutti a bocca aperta. Francesca, la pasticcera che l’ha portata, meriterebbe come minimo di andare in quelle trasmissioni di chef internazionali. 

A questo punto, il giorno dopo, decidiamo di tornare da Nicola. Ma senza pasto completo, meglio prendere un paio di mozzarelle di bufala, pomodori locali e prosciutto per fare un pranzo pseudo leggero, anche perché la sera l’appuntamento è per un’altra pizzeria, la (mi dicono) storica pizzeria Albatros (dal 1978). La pizza è buona, ben condita e il personale gentile e professionale. Un poco in ombra gli antipasti come le palle di riso, o le bruschette. 

Sia chiaro, “un po’ in ombra” non significa cattivo. La premessa è che ho un atteggiamento “bocca-de-fregna” sul cibo, quindi, mi aspettavo di più, tutto qui. Passeggiata per smaltire il tutto e poi a letto presto, che la mattina riportiamo presto, alle 6. 

Perché sarà anche la settimana di ferragosto, ma qui si lavora per rendere grande il nostro belpaese 🇮🇹

 

 
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*paese e provincia sono inventati.

MiroAdmin