Lettera aperta a Nicola Gratteri

Lettera aperta a Nicola Gratteri

Gentilissimo Nicola Gratteri probabilmente le sue parole sono state prese ed estrapolate dal contesto. Si sa, i giornali fanno così (brutti giornali! BRUTTI BRUTTI CACCA PUPÙ!!) ma ok…

Diciamo che a me della cultura cattolica mi frega il giusto, tipo niente. Mi frega di più della cultura civile, legale, quella che anche lei, in un certo senso, giudica non proprio benissimo nell’articolo*. Però c’è qualcosa che non mi torna. La sua sembra quasi un accusa ai giovani d’oggi, alla scuola d’oggi, alle famiglie d’oggi. Che si, avranno tutte i loro errori come genitorialità non adeguate o istruzione non proprio al passo con i tempi. 

Ma possiamo dire che anche lo stato, la legge, la politica e la giustizia non è che sono il faro di luce in un epoca di oscurità? Se la pena non è certa, se le forze dell’ordine non sono sub-iudice ma al di sopra della legge (se qualcuno ha letto un riferimento alle assoluzioni per prescrizione del caso Cucchi, potrebbe aver letto bene). Se dobbiamo ancora rileggere dell’ennesimo caso di donna uccisa che aveva denunciato ma “non era stata creduta“. Se provvedimenti di condono, annullamento, rateizzazione, riduzione delle pene pecunarie sono oggetto di mercanzia elettorale e intrinseche in ogni legislatura, possiamo davvero dare colpa ai ragazzi?

Ho 45 anni, ho smesso di credere tipo a tutto. Legalità e giustizia sono un caso fortuito come lo scoccare della vita su questo pianeta, la politica è compromesso volto al nulla e, sopratutto, credo che  essere furbi alla fine paga, non è per tutti, ma paga. Io, per esempio, ho pagato il condominio lasciato insoluto dal precedente proprietario di casa “perché non ne vale la pena fare causa, finiresti a spendere più soldi di quelli che riavresti…”, pago le tasse perché non posso fare altrimenti (da dipendente) e fino a pochi anni fa guardavo con schifo l’evasore. 

Ma alla fine l’evasore fa bene, è il succo di questo paese, è il cuore pulsante dell’Italia che fa. Non siete voi paladini della legalità, non siete voi persone per bene. No. L’immagine che diamo, e che DOBBIAMO continuare a dare all’estero, è quella di un paese che s’arrabatta, che ci prova, casca e poi da la colpa a qualcun’altro. Che ruba, specula, sfrutta, che punisce il debole e premia il colpevole, che continua a chiamare Corona in televisione perché è lui l’esempio da seguire. Votiamo e continuiamo pure a votare l’amico del cugino del cognato, facciamolo. Disinteressiamoci che tanto alla fine “un modo si trova”. Sbattiamocene di tutto e di tutti e, se non possiamo, incolpiamo l’Europa, l’America, la scienza, la medicina, la religione.

Vivremo alla grande, sulle rovine di un paese, e di un mondo, che non si salverà.

 

Miro Barsa

 

*rif. https://napoli.corriere.it/notizie/cronaca/23_novembre_08/il-procuratore-gratteri-ai-ragazzi-interessano-i-soldi-un-professore-con-la-fiat-e-sfigato-il-cafone-col-suv-un-esempio-c08c66ad-6f66-413b-8212-378d686c1xlk.shtml

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