Samuel djset al Glitch (ex Klang)

Samuel djset al Glitch (ex Klang)

“Bello! Fa molto Berlino”.

“Bello! Fa molto Berlino”. Questa era la descrizione del Klang, locale al Pigneto (Roma) con molte pretese, una buona programmazione musicale e una pessima gestione economica. Quel locale ha chiuso, forse è diventato un’altra cosa, ma al posto del Klang ora c’è il Glitch. La differenza? Il Klang aveva i neon rossi, il glitch ha i neon verdi e questo fa meno Berlino effettivamente ma, di base, il posto è quello. 

Puoi ri-trovare il rumore fuori che non capisci come ci viva la gente sopra, puoi ritrovare le birre artigianali, il bagno dove viene filodiffuso dell’audio e poi ritrovare una gestione del bancone a dir poco imbarazzante. Si perché strutturalmente ci sono dei problemi forti: la cassa del bar è all’entrata e si forma una coda che appena entri devi fare a cazzotti, la fila per prendere da bere è infinta, lunga e lenta, se vuoi dei cocktail l’angolo cocktail è più piccolo del mio ripostiglio per le scope perché il bancone, a quanto pare, deve essere per le birre. Che levate ste birre artigianali quanto devono essere buone… 

Solo che se 98 persone su 100 vogliono un cocktail e 2 persone una birra, forse hai fatto i conti male sull’organizzazione del bar. Sopratutto se ogni birra devi spillarla perfetta, con la schiuma e i suoi tempi. Il problema è che non sei al pub nel northwerchstashire fuori Londra con due vecchi e un gatto ciccione sullo sgabello no, hai 1000 persone davanti a te che vogliono bere e quelli, stranamente, sono proprio i soldi che ti consentono di mandare avanti la baracca. Ieri era l’apertura vediamo come procede nel futuro, che di locali e localari a Roma ce n’è una bella sfilza e non c’è bisogno di incrementarne le fila.

 

 

Samuel dei Subsonica fa un bel DJset, si balla e c’è spazio. Quella assente è l’aria,  perché, nonostante ci sia, l’aria condizionata non è sufficiente e sudi come un maiale. Appena puoi, vai ad ingrossare le fila di quelli fuori a respirare, fumare, fare rumore. Si spazia da remix dei Subsonica per richiamare il pubblico, Motel Connection, Born slippy degli underworld ma anche Childish Gambino e cose più ricercate e moderne. Segno che se anche è vero che non si esce vivi dagli anni 90, con un poco di impegno magari riesci a tirare fuori la testa dalla confort zone musicale. La platea è variegata, l’età non è giovanissima ed è giusto sia così. Tra il pubblico qualche VIP (Maccio capatonda, Giuliano Sangiorgi) ma “in tranquillità” nel senso che non è che c’è la sicurezza o milioni di persone a fargli foto, alla fine pure loro potranno uscire e farsi una serata?

 

 

Samuel è di cuore dietro alla console. Cerca il saluto e la complicità del pubblico e spesso la trova con i vari urletti da serata in discoteca e mani al cielo. In fondo così deve essere un Dj set e così è stato. Ci mette la voce su Two dei Motel Connection (che del resto la voce è la sua nel pezzo originale) e accompagna le note della base fino alla fine. Grandi saluti, mani a cuore, flash e foto per tutti.

Alle 1:40 concludo la serata cercando di tirare fuori la moto, parcheggiata in discesa in mezzo ad un ingorgo di motorini. Una situazione che senza l’amico Raffaele forse sarei lì, caduto per terra, in preda ai crampi a piangere per una moto da 230Kg che a tirarla indietro in salita è una cosa mortale.

 

MiroAdmin