Genova 2023

Genova 2023

Di Genova avevo sentito solo cose negative: una città brutta, buia, pericolosa, vuota, noiosa. Io c’ho speso 3 giorni ma la mia impressione è stata completamente diversa. L’ho trovata una bella città, curata, pulita (che, certo, se vieni da Roma è anche facile vincere il confronto) con posti da visitare e cose da fare. Sulla famosa accoglienza Ligure descritta come un trionfo di scortesia, devo dire che non l’ho trovata tale: per lo più persone gentili e disponibili tanto che quasi un poco ci sono rimasto male…voglio dire… almeno un po’ di luoghi comuni uno ce li deve avere no?!

La descrizione di viaggio separa la visita della città dalla parte mangereccia, visto che questa cosa è importante e non vorrei andasse persa e fosse messa in secondo piano.  

Partenza con il treno verso le 18 da Roma e arrivo a Genova alle 23 passate. Se pensate che sia molto tempo, siete nel giusto, ma questo solo perché abbiamo preso il treno che fa il giro lungo (Roma, Firenze, Bologna, Milano, Genova). Al ritorno, infatti, il treno ci mette circa un’ora in meno passando lungo la costa. All’arrivo ci viene a prendere la gentilissima Silvia, che ci ospiterà anche a casa sua. Prima di andare a letto, decidiamo di andarci a prendere un cocktail al bar sul mare Strambata a Boccadasse: niente da segnalare se non l’avvenente cliente che, per far colpo sul barista, decide di prendersi tutto il bancone. Bene, ma basta molto meno eh.

Visita a Genova

Il giorno dopo giro in città, con la buona Silvia che ci fa da cicerone. Visita ai vicoli, via del Campo con foto immancabile alla scritta per De Andrè che sennò non sei abbastanza boomer e “[…] la musica Italiana signora mia mica la trap”, pranzo in osteria, chiesa del Gesù e cattedrale di S.Lorenzo con relativo museo con quello che pare essere la coppa più accreditata ad essere il Sacro Graal. È un piccolo museo sotto la cattedrale, ma vale tutti i 5 euro che paghi per vederlo, non tanto per un piatto di vetro verde che viene spacciato per il Graal, quanto per i reliquiari in argento, la disposizione e illuminazione dei reperti. Un piccolo gioiellino. Nella cattedrale c’era Tananai, ma io non l’ho riconosciuto.

Poi doccetta rinfrescante e usciamo di nuovo per cena. A fine cena, al locale a fianco, un signore decide di inveire male e fortissimo verso una cameriera “NON SAI LAVORARE!” risposta “TI SERVE UN TSO A TE!” e ancora “CHIAMO I CARABINIERI!” . La piazzia si azzittisce, esce qualcun altro dal locale, altre parole, stretta di mano e finisce tutto. Ecco qui il sunto delle liti e anche un poco dell’attitudine di vita del bel paese: tanta caciara e poi pochi effetti. Come recita una scritta “Basta social, menamose!” ecco, forse sarebbe il caso di ripartire da menamose ed evitare chiacchiere e litigi. Non paghi, dopo cena, verso casa ci facciamo il gin tonic della staffa da compagnia del 28 erbe. Buon cocktail, barista simpatico, adesivi simpaticissimi

Ripartiamo da menamose

Acquario di Genova

Il giorno dopo si va verso una delle attrazioni principali dell’ex repubblica marinara, ovvero l’acquario di Genova che sta sul porto. Il porto è ben sistemato, pulito e pattugliato. Ma è sempre un porto e truffatori e borseggiatori ce li trovate. Così come ci trovate orde di turisti scesi da gigantesche navi da crociera e famiglie ricolme di bambini rumorosi, piangenti accompagnati da genitori maleducati. 

E la visita all’acquario procede allo stesso modo: con bambini urlanti e genitori che esortano sempre i figli ad osservare “Guarda Marco, guarda che bello lo squalo tigre…guarda che bella la tartaruga australiana… guarda che bello il pesce pagliaccio…guarda che bella l’anemone di mare…”. Ovviamente la signora deve urlare perchè il figlio non gliene importa assolutamente un cazzo dei pesci e se ne va in giro alla disperata ricerca dell’uscita ma, oh, la signora deve far sapere a tutti che vuole educare il figlio alle bellezze marine. 

Come se non bastasse, lungo il percorso di visita, è importante usare i passeggini come fossero dei ponti d’attacco di navi romane nella battaglia di Azio. Si faccia attenzione a mirare agli stinchi oppure i passeggini si lascino in mezzo agli stretti passaggi a mo’ di barricate. Siamo già un certo numero di miliardi di persone su questo pianeta, le necessità di riprodursi credo sia sopravvalutata.

Detto questo l’acquario è molto bello, le specie animali hanno spazi ampi, la visita dura un paio d’ore ed ha sia un contenuto didattico che di intrattenimento. Vale la pena.

Verso la lanterna

Usciti dall’acquario pranziamo in un’osteria e poi decidiamo, con una mossa d’ottimismo immotivata, di andare alla Lanterna, altro simbolo di Genova. La questione è che dall’Acquario alla Lanterna a piede sono 50 minuti, spesso all’ombra, ma comunque c’è il caldo di luglio e, soprattutto, l’ultima parte del tragitto non è proprio un granchè. Inoltre la visita alla Lanterna durava 40 minuti e noi 40 minuti non ce li avevamo, così bella la Lanterna… ma da fuori. E poi alla fine è un faro con la la vista dall’altra parte della città, quindi neanche sto granchè. 

Il cimitero Monumentale di Staglieno

Ci facciamo venire a prendere sempre dall’ottima e disponibile Silvia alla Lanterna e ci muoviamo verso il cimitero di Staglieno, uno dei più importanti d’Europa, dice Internet. Tuttavia, sarà la bellezza romantica, sarà quello che vi pare, ma il cimitero sta messo male male… ok le statue ricoperte da una trentina di centimetri di polvere, che può anche dare loro del fascino, ma i pavimenti pericolanti, i muri crepati, le continue transenne, e sopratutto la colonia di zanzare più arrabiate d’Europa un poco ti fanno desistere. Certo c’è la tomba della nocciolinara che, secondo leggenda, ha risparmiato tutta la vita per farsi la tomba con la sua statua ed è raffigurata con le noccioline e le ciambelle che vendeva, c’è la monumentale tomba di Mazzini e ci sono molte tombe monumentali con statue dagli sguardi e lineamenti seri, tristi, felici, ammiccanti. Tuttavia c’è che la tomba raffigurata sulla copertina dei Joy Division (album Closer) in ristrutturazione che ha l’aria che lo sarà per molto tempo, c’è una mancanza quasi totale di indicazioni, le distanze sono enormi ed essere mangiati dalle zanzare non è il massimo. Quindi, dopo il cimitero, a casa, doccia e un piccolo power-nap. 

La sera si sale con la funicolare Zecca-Righi verso il ristorante. Nell’attesa del secondo turno un giretto al piccolo, ma ben organizzato, parchetto dell’osservatorio. Nel ristorante ci sono parecchie foto, ed ora momento quiz: chi sono i tre personaggi famosi del mondo dello spettacolo dell’ultima foto (che è pure sfocata, ma vabbè)? La soluzione è a fondo di questa pagina

Ristoranti e mangiare a Genova

La cucina Ligure è una cucina leggera, lo so che ci sono anche piatti pesanti e che se friggi alla fine tutte le cucine sono pesanti, ma devo dire che mangiando un primo, o un primo e contorno, nessuno di noi si è sentito ucciso da digestioni infinite. 

Pranzo: trattoria Ugo

Trattoria Ugo è una storica trattoria: ha una sezione asporto anche in varie parti della città, ma noi abbiamo preferito mangiare seduti al tavolo. Considerate che a Genova si mangia piuttosto presto quindi non arrivate alle 14:30 che le cucine potrebbero essere già chiuse. Da Ugo c’è un poco di disorganizzazione: ti dicono che puliscono un tavolo ma poi se lo scordano, ti siedi ma potrebbero o meno portarti da mangiare. Ma i piatti sono molto buoni: abbiamo preso le trofie alici, pomodorini e pinoli e un polpo patate olive, entrambi ottimi anche se le foto sono sfocate. Mezzo litro di vino della casa, caffè e prezzo in linea con le aspettative (non lo scrivo perché abbiamo offerto e non vorrei poi si sapesse 😀 Un saluto a  Silvia se legge questo post!) 

Cena: Öosteria

öosteria è un osteria modernizzata in cui la tradizione si fonda sulle rivisitazioni. E fin quà la descrizione potrebbe essere quella di 100mila posti, ma qui c’è poca fuffa fortunatamente: nessun mashmallow (una moda orribile della ristorazione moderna) e sopratutto i piatti sono fatti bene: il vitello tonnato è molto buono, le alici ripiene sono spettacolari (piatto numero uno del weekend), ottimi anche le pappardelle integrali con gamberi e curry e il baccalà. Tra i dolci, la reinterpretazione del cannolo siciliano con il chinotto ha un sapore stupefacente. Molto buona anche la “tana del bianconiglio” ovvero un lingotto di torta di carote e nocciole accompagnata da gelato allo yogurt. Fresco e buono il sorbetto al litchi. Poi amaro e caffè. Prezzo non economicissimo, ma comunque giusto, 74 a testa ma ci sta visto che abbiamo preso anche le due bottiglie di vino più costose del menu, e poi anche gli amari e il caffè. Quindi oh… che t’aspetti?

Pranzo: Osteria di Vico Palla

Osteria di Vico Palla è abbastanza vicino l’acquario, infatti all’uscita siamo andati là. È meglio prenotare, ma noi per una botta di fortuna e con la promessa di alzarci prima delle 14, becchiamo un tavolo per mangiare i mandilli al pesto e i pansotti in salsa di noci. I primi sono una pasta a mò di sfoglie della lasagna, condite con il pesto. I secondi sono un tipo di pasta ripiena ma comunque con un ripieno di verdura che smorza ogni pesantezza possibile del piatto (che in fondo è annegato in una salsa che non è panna, ma latte). Sono tutti è due piatti tipici assolutamente da provare e, pur avendoli provati solo in un posto, ne sono più che soddisfatto. 25 euro a testa con mezzo litro di vino in due

Cena: Ristorante montallegro

La cena è il finale “ALL IN” del weekend. Il Ristorante Montallegro è noto per la sua vista, la pizza, le foccace, la farinata. E decidiamo così di prendere le focaccine tipo sori con il lardo come antipasto, una focaccia al formaggio e due farinate mix, dove per mix significa che sono con salsiccia, cipolla e gorgonzola, tutto sopra. Non esattamente leggere effettivamente ma buone come solo le cose zozzamente grasse possono essere buone. Consigliato il posto sia per la cucina che per la vista

 

Trattoria Ugo via dei giustiniani 86r Genova

öosteria piazza lavagna 19 Genova

Osteria di Vico Palla Vico Palla 15r Genova

Ristorante Montallegro via mura delle chiappe 30r Genova

 

Soluzione:

Dubito che li riconosciate, sono: Nando Gazzolo, Lina Volonghi, Gilberto Govi

 

MiroAdmin